Divenuto vivo nel nome della Lussuria, vado portando uomini e
donne alla nudità, così che le loro vite possano esser trascinate in un
infinito danzare di passioni incontrollate, un eterno ritorno alla primordiale
spinta della vita stessa. In quanto principe, governo 60 legioni, e nel mio
nome ogni corpo diverrà un inviolabile altare del piacere.
E fu
nella disapprovazione del mio essere che vidi in voi il limite stesso del mio
divenire, poiché veicolati da restrizioni di principio, avete soppresso per
tutta la vostra esistenza la veridicità della vostra persona. Per questa vostra
riduzione di abilità, avete giudicato senza neppur conoscere il significato del
vostro parlare, condizionando inevitabilmente la sostanza di chi dai vostri
occhi veniva divorato. In questo progredire degli eventi, le vittime del vostro
scrutare, inesorabilmente, sono andate ad assimilare ogni vostra
considerazione, mutando la loro essenza in un'espressione del vostro decidere,
divenendo così rappresentazioni di un sé acquisito, obbligatoriamente
offerto; e non vi sarà più alcun modo di mutare la sostanza così accresciuta,
poiché superato il limite di accettazione, tutto si trasforma in semplice
esistenza, un dato di fatto inconfutabile, dal quale non esiste distanza
alcuna, nessun grado di separazione, semplicemente, per noi, sarà da sempre
esistito e in quanto tale, per sempre parte del nostro vivere, arrivando a
cambiare i ricordi e la stessa forma del pensare. In questo continuo
confondersi di identità, volute e imposte, reali e fittizie, nelle più profonde
segrete della nostra coscienza, una lieve increspatura rimane, leggera si
dirama in ogni nostra azione, creando un'invisibile lacerazione, una frattura
che nel tempo andrà divenendo voragine nel nostro vivere, ed è questa e in questa,
che tutto si andrà riversando, destabilizzando le certezze create, mostrando
realtà dimenticate, sepolte in dimensioni dalle quali nulla andrebbe mai
evocato, eppure, un qualcosa riesce a risalire dalle profondità abissali della
rimozione, un'inconcepibile entità che strisciando va superando gli ostacoli
della logica, divorando le fondamenta della ragione e distruggendo gli infiniti
dedali del raziocinio, poiché in verità, nulla può opprimere le future
possibilità, se non il germe primordiale della nostra persona, quel qualcosa di
unico che da sempre è posto come motore primo del nostro più istintivo
avanzare, una capacità di intuire ed elaborare al di là delle normali dinamiche
dell'apparenza, un senso che va basando le proprie osservazioni su di un mondo
che nulla ha a che fare con la materialità di questo apparire, e per questo, ha
in sé la capacità di dissolvere la totalità della nostra esistenza. Ed è nel
nascere dei vostri sorrisi che ogni cosa va morendo, poiché nel lento
dischiudersi dei vostri occhi, ad ogni risveglio, vanno trovando fine i mondi
da me costruiti, edificati per compiacere fameliche aspettative in me riposte,
ma non da me volute, e per questo, in ogni ombra vado cercando dimora, per
nascondere l'irrealtà che mi governa, per incontrare chi come me, è stato
spinto al non accettare la propria persona, poiché da voi giudicato inadatto
secondo il vostro vedere, o meglio, perché da voi percepito come qualcosa che
mai avrebbe potuto coincidere con la realtà da voi auspicata, e dunque, costantemente
vessata al punto da tramutare le menzogne in verità, al fine di costringere la
nostra esistenza a divenire la vostra pretesa, vuota ed irreale. Ciò che rimane
nelle nostri mani, è un senso di divorante vuoto, una sensazione di
inadeguatezza che va portando ogni nostra aspettativa in un furioso caos di
pensieri, estranee dinamiche di appartenenza, poiché in verità, non
apparteniamo più a noi stessi, senza di voi, noi, non esisteremmo più, ed ora,
vivi come manifestazione di ciò che avete sempre voluto, siamo qui, sospesi
nell'attesa di giudizio, di un sorriso che non farà altro che ucciderci ancora,
per far si che tutto possa nuovamente ripetersi all'infinito, poiché non esiste
fuga o desiderio che ormai non sia divenuto funzionale a questa ciclicità
irreale di realtà, poiché la verità, è che siamo divenuti noi stessi fautori
della vostra proiezione, un ridondante tripudio di bisogni di aver bisogno, una
complessa e laboriosa attitudine allo svanire.
Del resto, cosa
potremo mai essere senza i vostri occhi pronti a guardarci?